Indagare sé stessi

Con l’esercizio della concentrazione e del distacco riesco ad osservare la mia mente allo stesso modo in cui osservo il mio corpo. Che cosa vedo? Una intricata rete di convinzioni e stili, costruita nel tempo dall’educazione e dalle esperienze, in base alla quale ad ogni stimolo corrisponde una risposta quasi obbligata. Le necessità meccaniche a cui obbediscono le mie membra sembrano riproporsi anche per i miei pensieri. Una situazione che è sconfortante in apparenza, ma solo in apparenza. Se infatti la prima considerazione è quella di essere solo una cosa, la successiva riflessione mi mostra gli aspetti meno evidenti della mia indagine...(Leggi tutto l'articolo su meditare.net)

3 commenti:

Stefano ha detto...

Questi post sono sempre molto ben scritti, e anche questo è un piacevole invito alla riflessione.
La lettura mi lascia con degli interrogativi, che annoto qui di seguito.
Se i miei pensieri, la mia mente, sono figli di un'intricata rete di relazioni tessuta nel tempo e modellata dalle contingenze, come posso spiegare l'esistenza di un io sede di una tale coscienza?
Come potrebbe questa essersi separata dal corpo? E in che senso sarebbe separata?

alessandro cordelli ha detto...

...forse io, coscienza, totalità della persona rappresentano un tutto organico in cui la separazione tra le parti è solo al livello di rappresentazione: in questo senso parlavo di "separazione", separazione cioè come trascendenza; l'io è il livello più alto, oltre la stessa materialità, distinto dagli altri aspetti in quanto li contiene. Una ipotesi eretica - mi rendo conto - nella prospettiva newtoniana in cui il complesso si costruisce dal basso a partire dalle parti più semplici. Ma sarà mai possibile spiegare la coscienza (o anche la vita) a partire dal riduzionismo?

Stefano ha detto...

Concordo con te: non sarà mai possibile.
Condivido la tua ipotesi, che non trovo eretica. Ma riesco a concepirla solo a livello intuitivo, mentre vorrei coglierla ad un livello più manifesto ed evidente: anche razionale, ma di un razionalismo olistico e non riduzionistico (credo che il riduzionismo abbia mostrato tutti i suoi limiti ormai).
Forse anche tu ti trovi in questa condizione.
Per il momento riesco a spiegarmi (più o meno) una co-scienza intesa come auto-consapevolezza, o consapevolezza di sè come distinto dal resto. Ma cerco di andare oltre , e tra i tuoi post trovo stimoli di riflessione.