Nozioni e concetti


I due poli attorno a cui ruota l'attività didattica sono le nozioni e i concetti. Le prime fanno riferimento al “sapere”, i secondi al “conoscere”. La nozione riguarda sia i dati e le informazioni, ma anche alcuni procedimenti. Essa è necessaria nella misura in cui rende possibile la conoscenza, ma in sé ha poco senso. Un certo bagaglio di nozioni di base è indispensabile, altrimenti sarebbe impossibile procedere con operazioni più complesse. Bisogna però anche tenere conto del presente contesto antropologico nel quale si è di fatto realizzata una sorta di memoria collettiva con tempi di accesso molto più rapidi rispetto a situazioni precedenti nella storia dell'uomo. La memoria collettiva è infatti sempre esistita ed è una delle strategie vincenti dell'evoluzione umana. Rispetto ad oggi nel passato essa conteneva un numero più ristretto di nozioni, ma soprattutto era superiore la difficoltà di accesso. Risultava quindi vantaggioso mandare a memoria un numero maggiore di informazioni rispetto a quanto non sia opportuno in un contesto in cui all'informazione si può accedere in tempo reale attraverso la rete, oppure un'enorme quantità di dati sono contenuti in supporti piccoli e leggeri. In questo senso possiamo dire che la rivoluzione informatica ha liberato preziose energie che la mente umana può spostare dall'accumulo di informazioni alla elaborazione dei concetti. Fermo restando il bagaglio minimo di nozioni fondamentali, diventa importante che il soggetto sia in grado di reperire l'informazione che gli occorre, in ogni momento e nel più breve tempo possibile. 

Non così per i concetti. Un concetto, un atto o processo di conoscenza non potranno mai essere salvati su un supporto digitale. Il motivo è molto semplice: la conoscenza implica i significati, la nozione unicamente l'informazione (o al massimo la sintassi). Chiunque può fare un semplice esperimento per verificare la bontà di queste mie affermazioni: si prenda un testo di matematica e si vada al capitolo su un argomento di cui non si sa nulla. Magari prima si chiariscano le definizioni di tutti i termini usati, ma anche così ci renderà conto che si stanno leggendo cose che hanno ben poco significato, parole in fila secondo periodi grammaticalmente corretti ma che mantengono un senso oscuro. Se però quel capitolo lo leggiamo e rileggiamo varie volte, e ci si sofferma sui singoli passi che sembrano più oscuri, e si fanno esempi, disegni esplicativi e quant'altro, ecco che ad un certo punto quelle stesse parole è come se si illuminassero, e tutto diventa chiaro. Si dice che abbiamo capito l'argomento. Se invece ci limitassimo a mandare a memoria le formule e le definizioni in esso contenute potremmo al più dire che l'abbiamo imparato.

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